Lo sviluppo dei comportamenti nel cucciolo di beagle, inizia molto prima del suo arrivo in casa. I “beaglelini” spendendo il tempo necessario in compagnia della mamma e dei fratellini e sorelline sperimentano sensazioni e comportamenti che costituiranno per loro il linguaggio che questi avranno nei confronti degli altri cani, una volta diventati adulti
Durante il periodo neonatale, che va dalla nascita all’apertura degli occhi (da 0 a 10/13 giorni circa), il cucciolo di beagle ha sviluppato quasi esclusivamente il senso del tatto, in questo periodo il piccolo è spinto a cercare di riscaldarsi e nutrirsi, e interagisce quasi esclusivamente con la madre alla ricerca delle mammelle cercando il più possibile di favorire il mantenimento della propria temperatura corporea, il cucciolo interagisce con il mondo esterno solo attraverso dei movimenti riflessi favorendo il “raggomitolarsi” sulle superfici più possibilmente morbide, soffici e calde, i cuccioli si orientano verso la madre seguendo la fonte di calore. In questo sesso periodo il cucciolo non è autonomo nell’evacuazione delle urine e delle feci, in questa fase è sempre la madre tramite la stimolazione, esercitata leccando il cucciolo nell’area perianale a permettere a quest’ultimo l’espletazione delle funzioni fisiologiche.
Si apre poi un periodo di transizione, che va dall’apertura degli occhi fino allo sviluppo della capacità uditiva (dai 10 ai 21 giorni circa), i cuccioli di beagle nel momento in cui aprono gli occhi non sono ancora in grado di vedere, con il passare dei giorni si ha lo sviluppo corneale e i cuccioli piano piano iniziano a mettere a fuoco, questo senza dubbio è un momento importantissimo nella tappa evolutiva del cucciolo. Il cucciolo di beagle non ha più comportamenti esclusivamente riflessi. I cuccioli iniziano a muoversi in maniera consapevole e iniziano ad interagire con i fratellini, in questo periodo si sviluppa e si solidifica il rapporto madre/figli.
Dalla terza alla dodicesima settimana si ha l’importantissimo periodo di socializzazione è in questo frangente di vita che si sviluppa la psiche del vostro futuro beagle, ovvero come lui sarà da adulto a livello psicologico. Capita spesso in questo periodo che l’intervento della madre nel caso in cui un cucciolo impegnato nella lotta con un fratellino, finisca per stringere troppo la presa provocando un guaito da parte del compagno di giochi, porti la cagna a punire il cucciolo troppo vivace insegnandogli così che il comportamento tenuto non è corretto, in questo modo il piccolo assocerà che un gioco troppo spregiudicato porta poi a una punizione o rimprovero…e questo lo ricorderà per tuta la vita. Questo favorisce nel cucciolo lo sviluppo dell’autocontrollo.
Un cucciolo di beagle o di altra razza, che non passa il giusto tempo con madre e fratelli non affronta questo periodo e potrà risultare da grande iperattivo o ipersensibile…causando non pochi problemi al futuro proprietario.
Si sviluppano poi le regole gerarchiche…la madre durante il suo pasto non vorrà che i cuccioli si avvicinino alla sua ciotola e quindi i cuccioli impareranno da subito che nella società canina ma anche nel rapporto uomo/cane esistono gerarchie stabilite che non si possono modificare. Cuccioli che non vivono questo momento spesso portano ad una sindrome da dissocializzazione primaria che può portare il cucciolo una volta adulto a non rispettare minimamente le regole, un cane dissociato è spesso difficile da gestire e potenzialmente pericoloso.
Portare un cucciolo beagle appena svezzato a casa è senza dubbio un errore immane, ed è da sconsigliare sempre.
E’ importante che nella prima fase di vita del cucciolo, l’allevatore crei per lui un ambiente adeguato e stimolante che sia ricco di novità e che possa al meglio plasmare la salute mentale del piccolo garantendogli una migliore possibilità di adattamento in diverse situazioni…è sconsigliato allevare cucciolate in cantine/scantinati/fienili ecc… i piccoli vanno seguiti costantemente, nel nostro allevamento i cuccioli nascono e crescono in casa nelle prime settimane di vita…da subito iniziano ad entrare in contatto con l’ambiente domestico… suoni/tv/musica/aspirapolvere ecc.. “tutta esperienza che entra” per i cuccioli, esperienza che li abitua da subito alla vita che avranno da grandi.
Il periodo più adatto per il cucciolo per essere adottato va dai 60 ai 70 giorni, quindi subito dopo le 8 settimane ( i cuccioli proprio dalle 6 alle 8 settimane sono più sensibili verso le novità, che affrontano in maniera leggermente “paurosa” e quindi è importante che i cuccioli vengano consegnati dopo che questo periodo “avverso” sia passato”)
Dai 60/70 giorni il piccolo di beagle potrà essere portato a casa con tranquillità. Quest’età è da considerarsi ideale perché l’individuo è psicologicamente in grado di sostenere i cambiamenti ambientali senza drammi ma, allo stesso tempo, è ancora nel periodo di socializzazione. Ciò consente al neoproprietario di concentrarsi esclusivamente sulla stimolazione sociale e sensoriale del cucciolo, in modo da renderlo perfettamente integrato nella società in cui si
troverà a vivere.
Per portare il cucciolo di beagle con voi a casa, l’ideale sarebbe essere in due persone, in modo tale che il piccolo possa affrontare il viaggio comodamente seduto in braccio al nuovo proprietario.
Più le esperienze in questa fase di vita sono positive e più lui non avrà traumi da affrontare nell’età adulta.Non è bene invitare parenti, amici, colleghi di lavoro e vicini…ad attendere il cucciolo quando lui arriverà a casa…questo non è certo “carramba” della Carrà…lui ha bisogno di un luogo tranquillo e incontaminato con il quale prendere confidenza al momento del suo arrivo a casa.Anche se non è facile per noi umani capirlo…lui in quel momento sta affrontando uno degli stress più grandi della sua vita…lascia la madre…lascia i fratelli e l’unico posto che abbia conosciuto da quando è nato…è bene quindi lasciargli un po’ di tranquillità i primi giorni, lasciategli esplorare casa e giardino (se lo avete). La casa va preparata per l’evento…nella prima fase dove il cucciolo non è in grado di controllare la pipì e avrà voglia di rosicchiare è bene far sparire da terra…tappetti… e soprammobili raggiungibili dalla sua altezza….fate insomma conto di avere un bambino di pochi mesi in giro per casa…
Se il cane viene adottato all’età giusta, il cambiamento ambientale non è traumatico né destabilizzante, vedrete che dopo un possibile smarrimento iniziale si adatterà senza alcun problema. Da questo momento in poi il proprietario diventa il sostituto della figura primariadi attaccamento (siete voi ora “mamma beagle”), ovvero il surrogato della madre e il piccolo ne cercherà costantemente la
vicinanza.
E’ importante scegliere quanto prima dove il cucciolo dormirà una volta divenuto adulto…non è certo bene abituare il cucciolo a dormire sul letto se poi le vostre intenzioni siano mai quelle di muoverlo una volta adulto a dormire in una cuccia in giardino….tuttavia…molti nuovi proprietari, convinti nel insegnare quanto prima al cucciolo dove questi dovrà passare la notte per il resto della sua vita…finiscono spesso per confinare il cucciolo già dalla prima notte in una stanzetta/ripostiglio/ bagno…ottenendo come unico risultato un cucciolo agitato tutta la notte e “ululante”.
Spesso è invece meglio andare per gradi…visto che il cucciolo vede nel nuovo proprietario la figura protettiva e materna…disponete magari accanto al vostro letto una cesta in plastica con qualche panno morbido al suo interno nel caso il cucciolo si agiti allungate verso di lui la vostra mano…in quel modo lui si tranquillizzerà…passate le prime notti, se avete deciso che il vostro beagle avrà una stanza tutta sua dove dormire (e che questa non coincide con la vostra) spostate gradualmente la cesta verso la nuova stanza, ottima soluzione può anche essere quella di tenere il cucciolo alcuni minuti durante la giornata nella stanza “del riposo” anche con voi che girate per casa, in questo modo gradualmente accetterà la cosa e capirà che il posto è accogliente e che non c’è niente di cui preoccuparsi
Prima di tutto si consiglia di armarsi di pazienza…ed entrare nell’ottica che il cucciolo che sia di beagle o di qualsiasi altra razza…all’età di due mesi è più simile ad un bambino di un anno di età…che non a un cane adulto…per quanto concerne i “famosi bisognini”….lui deve mangiare spesso…e conseguentemente…anche “evacuare spesso”…e proprio come un bimbo piccolo diciamo…”bisogna pulirlo” o meglio pulire dove sporca 😉
Il vostro piccolo beagle inizialmente non ha la capacità fisica per controllare il bisogno di espletare pipì e popò, quindi tranquilli, non allarmatevi anche se lui sporcherà più volte al giorno.
Già di per se il cucciolo di beagle non tende a sporcare dove dorme o nell’ambiente dove vive ma all’esterno….quale è dunque il nostro compito? Educarlo in modo tale che impari questa cosa nel più breve tempo possibile….ecco come fare…
Portate fuori il cucciolo con molta regolarità, e più volte possibile al giorno…più occasioni ci sono per uscire e più sarà facile per lui imparare a controllarsi…ogni volta che lui farà uno dei suo bisogni fuori…tirate fuori “l’arma magica” e date un super gustoso premietto al vostro piccolo beagle J (wurstel ed altri bocconcini appetitosi saranno senza dubbio da lui ben graditi)
….se il cucciolo ha sporcato in casa…”non rimproveratelo”…specie se ancora non avete iniziato con le lodi nel caso in cui faccia bene fuori…un cuccio rimproverato continuamente in casa nel caso di errore…può sviluppare una brutta induzione psicologica…ovvero associare aver fatto la cacca a farla sparire (mangiandola purtroppo) per nascondere il misfatto.
scegliete un posto e create una zona tutta sua in casa, un suo rifugio/nascondiglio, esempio un piccolo box o recintino, in questo posto lui si sente sicuro e soprattutto sentirà che quella è la sua zona dove stare tranquillo; un posto da non sporcare (favorisce l’induzione al trattenimento)
quando siete fuori e il cucciolo fa i propri bisogni non affrettatevi a tornare a casa…come già detto premiatelo…e continuate a giocare con lui ancora per per qualche minuuto….se sfortunatamente farete associare al cucciolo di beagle che fare pipì significa rincasare…. lui farà sempre di tutto per rimanere più tempo a “zonzo”…tratterà le urine fino a quando voi “disperati” non vi arrenderete e lo riporterete a casa…e sarà proprio in quel momento, quando una volta chiusa alle vostre spalle la porta dell’ingresso voi lo poggerete sul pavimento e lui, rilassato farà la pipì.
Fino all’età di 6 mesi dovrete dare al cucciolo tre pasti al dì, per poi passare a due volte da 6 a 12 mesi, la scelta di somministrare al cane un unico pasto lasciata alla scelta del proprietario,
Inoltre, è consigliabile scegliere cibo in crocchette di buona qualità, fornendo tutti i principi nutritivi equilibrati e apportando vitamine, proteine e sali minerali nella giusta proporzione.
Dal punto di vista comportamentale, il cibo assume un ruolo fondamentale a livello sociale;
in natura, infatti, ci sono delle regole ferre, i gregari ad esempio non possono avvicinarsi al cibo senza il permesso del capo branco, sono infatti gli individui dominanti, la coppia alfa, a mangiare per primi obbligando il resto del branco ad aspettare con pazienza il loro turno.
Guidare e proteggere il branco è compito degli individui dominanti, i quali hanno diritto alle risorse e all’assunzione delle posizioni privilegiate. In un contesto domestico le cose non sono diverse. Il cane riconoscerà la superiorità gerarchica dell’uomo dato che dipende da lui la sua sussistenza,
dovrete perciò evitare di inviargli segnali contraddittori che potrebbero minare la vostra credibilità di capobranco.
In pratica, si tratta di farlo assistere al pasto familiare, senza dare nulla dalla tavola e solo al termine del vostro pasto potrete dargli la sua porzione di cibo. In questo maniera invierete il segnale giusto confermando la vostra posizione di capo-branco.
Dare un bocconcino ogni tanto, in risposta alle insistenti richieste del cucciolo sarebbe un grosso errore, ciò vuol dire mettere in atto un rinforzo variabile con il risultato di rendere il cane sempre più insistente e fastidioso.
Se per qualche motivo è necessario che il cucciolo mangi prima, fate in modo di distanziare il suo pasto dal vostro di almeno un’ora, in modo da evitare ogni contingenza tra i due eventi.
Se il cucciolo è capriccioso e viziato, dopo aver escluso patologie organiche responsabili di inappetenza, lasciate a disposizione il cibo per 15 minuti circa, quindi toglietela per riproporgliela la volta successiva. Se vi dimostrerete tenaci evitando qualsiasi boccone extra durante la giornata, vedrete che in poco tempo il suo comportamento alimentare cambierà. Se però avete un cane che del cibo proprio non si interessa, non è consigliabile tenerlo senza mangiare, cercate quindi con l’aiuto del vostro veterinario di somministrargli una dieta bilanciata che sia di suo gradimento. In genere il cibo utilizzato durante lo svezzamento è ciò che i cuccioli preferiscono.
Per l’igiene il beagle non ha tante richieste e particolarità la cosa che più di ogni altra va controllata con dedizione è la cura delle orecchie, avendole lunghe e basse questo spesso crea la crescita di un fungo detto “malassezia” che si presenta con una patina scura di cattivo odore all’interno del padiglione, per rimuoverla bisogna procurarsi un prodotto liquido che deterga, noi utilizziamo il “clorexyderm” tuttavia ne esistono di diversi. La boccetta ha un piccolo ugello sulla cima questo si mette dentro l’orecchio e si spreme leggermente il contenitore per far cadere all’interno qualche goccia, poi prima che il cucciolo si scuota è opportuno fare un bel massaggio, in questo modo si deterge tutto l’orecchio sia all’interno che all’esterno, dopo di che si lascia e il cucciolo scuote il testino, fatto un orecchio si procedere al secondo.
Cura del pelo: essendo un cane a pelo corto, e senza particolari secrezioni, il beagle necessita solo di un lavaggio mensile, non ha mai cattivo odore il pelo di un beagle sano, per il cucciolo i primi mesi non si tende a lavare è meglio usare uno spray mousse che deterge e si usa “a secco”, ci si munisce della boccetta e di un asciugamano, si spremono alcune noci del prodotto nelle mani dopo di che si accarezza il cucciolo e si struscia bene affinché il pelo del cucciolo sia ben inumidito, leggere le istruzioni per la posa di solito sono circa cinque minuti tempo nel quale la mousse si secca e “trattiene lo sporco” dopo di che si prende l’asciugamano e si struscia con energia cosi il prodotto viene via e il cucciolo resta pulito. Arrivato sui 5 mesi si può fare il primo bagnetto vero e proprio, usare possibilmente uno shampoo per cani e seguire le istruzioni sulla confezione. Per il pelo comprare poi una spazzolina per i cani a pelo corto e spazzolare una volta alla settimana.
Un ottimo prodotto per la cura del pelo può essere “Furminator” questa speciale spazzola porta via tutto il pelo in eccesso rendendo megliore lo stato della pelle.
Il beagle può soffrire, come altri cani, di alcune patologie del pelo e della pelle, fare attenzione a piccole macchie di pelo mancante sul mantello o ad eventuali arrossamenti o bollicini sul ventre, in tal caso rivolgersi ad un veterinario esperto in dermatologia, se prese per tempo queste patologie sono assolutamente innocue e curabili con pochi accorgimenti, per prevenirne l’insorgenza si consiglia almeno una volta ogni 15 giorni di passare con una spugna le parti delicate del cane (fra dito e dito dei piedi, ascelle anteriori e posteriori, organi genitali e coda) con acqua tiepida e amuchina al 10%
Cura delle unghie: tenere sotto-controllo le unghie che non vengano troppo lunghe, se vi sentite in grado dovreste comprare delle apposite “tronchesine”, non è tanto semplice tagliarle, forse le prime volte sarebbe meglio farlo fare a qualcuno di esperto oppure recarsi da un tolettatore per farle tagliare e farsi spiegare come si fa. Le unghie sono molto vascolarizzate e si rischia altrimenti di fare uscire un po’ di sangue (non ci sono rischi di dissanguamento o simili…tuttavia non è piacevole né per il cucciolo ne per voi)
Tutti i cani in generale sono a rischio per alcune brutte malattie che sono trasmesse dalla puntura di insetti, il veicolo più pericoloso è la zanzara, tutte le zanzare in generale qualora infette possono trasmettere la Filariosi Cardiopolmonare mentre la zanzara flebotomo è in grado se infetta di trasmettere la Leishmaniosi, entrambe sono malattie gravi che possono mettere a rischio la vita del nostro caro compagno peloso; per prevenire queste due malattie ci sono ottimi metodi:
Contro tutto ciò che può derivare dalle punture degli insetti e contro le pulci e le zecche si deve somministrare sempre mensilmente un antiparassitario, ne esistono di diversi tipi, noi usiamo advantix che è un po’ più potente contro il “flebotomo”, questo prodotto si presenta sotto forma di “spot on” ovvero una pipetta il cui conentuto va riversato sulla cute del cane e non sul pelo…vale a dire che il pelo va spostato in modo tale da raggiungere bene la pelle del cane, si spreme su più punti lungo la schiena del cucciolo almeno 4/5 se possibile. Questo prodotto va in base alla fascia di peso corporeo.
Esistono anche altri prodotti simili all’advantix ma con principi diversi uno di questi è frontline (ottimo nel caso abbiate in casa gatti in quanto l’advantix è per i gatti mortale), altri ottimi metodi sono inoltre collari scalibor.
Oltre all’advantix noi sempre per proteggere dalle zanzare usiamo un itegratore all’aglio, è una pastiglia di aglio liofilizzato, non ha odore per noi…ma rende diverso l’odore del cane facendo si che non sia appetibile al morso delle zanzare e di altri insetti in generale, è inoltre da ricordare che l’aglio è un ottimo vermifugo naturale.
Molto importante contro la filariosi cardiopolmonare è l’utilizzo di prodotti in grado di uccidere le larve nel caso in cui la zanzara abbia punto il cane nonostante l’uso dell’antiparassitario.
Per i cuccioli consigliamo di usare una somministrazione orarle che si chiama “Cardotek”,è una pasticca appetibile che si somministra in base al peso del cucciolo, ogni mese nello stesso giorno. E’ ottimale per il primo anno di vita del cucciolo poichè ogni mese lui cambia peso. Il cardotek è quindi importantissimo e consigliabile fino a circa i 12 mesi.
Quando il cane raggiunge un peso stabile con l’età adulta si può sostituire il “Cardotek” con un vaccino annulae che fa la stessa funzione della pasticca ma che a differenza è da fare una volta l’anno. Il vaccino di questo tipo si chiama “Guardian”
Altra vaccinazione che consigliamo ma che è comunque da discutere con il proprio veterinario è l’ “Eurican Pneumo” qualora il vostro cane frequenti spesso cani ” che non conosce”, ovvero in caso di esposizioni e corsi da svolgere in compagnia di altri cani. Le “Eurican Pneumo” è il vaccino contro il batterio della Borditella Bronchiseptica che causa la tosse nel cane detta “tosse da canine”
Altro vaccino importante nel caso in cui invece il vostro cane viva in giardino e possa entrare in contatto con topi è il vaccino contro la Leptospirosi.
“Aiuto…lasciarlo tutto solo???? E se abbaia e si dispera pensando di essere stato abbandonato?”
Dovete “allenarlo”…eh si davvero…fargli un vero e proprio training per abituare il cucciolo a stare anche da solo senza compagnia di altri cani o persone.
Per fare in modo che lui impari a stare solo senza traumi bisogna agire in modo graduale.
Create come già detto in altri paragrafi un posto tutto suo…noi vivamente consigliamo un bel recintino per farlo stare tranquillo e coccolato tra “balocchi” e copertine…un posto accogliente e che lo faccia divertire…iniziate dunque ad abituarlo per gradi…
Portate il cucciolo “nella sua tana” mentre ancora siete in casa lasciatelo li qualche minuto dandogli magari un bel gioco un ossetto di pelle oppure un kong opportunatamente riempito con del cibo, lui si distrarrà e non assocerà il recintino ad una punizione…
Di tanto in tanto entrante a “vista d’occhio” del vostro cucciolo di beagle e se lui farà feste o piangerà per farsi portare fuori dal recintino…fate gli impassibili e continuate a svolgere le vostre funzioni domestiche…solo nel momento in cui sarà tranquillo andate verso di lui e fatelo uscire…premiatelo e giocate con lui, vedrete che presto imparerà a stare da solo.
Durante le assenze del padrone, il cucciolo non dovrebbe avere libero accesso a tutta la casa, potrebbe creare dei danni ai mobili o farsi male…è normale che i cuccioli non abbiamo un facile rapporto nei primi mesi con l’arredamento della casa sia che questi questi beagle od i qualsiasi altra razza …è per questo che noi consigliamo sempre un piccolo box accogliente, al quale affiancare numerose e piacevoli ore di gioco in casa e all’aria aperta.
Prima di tutto bisogna insegnare al cucciolo a tenere il collare, i primi tempi lui avrà un po’ di fastidio e cercherà di grattarsi con l’intento di toglierlo, non preoccupatevi è un momento breve e passeggero, già dopo qualche ora a lui non parrà neppure più di averlo addosso.
Fatto un primo Trainer con il collare è l’ora di provare ad abituare il cucciolo al guinzaglio, è bene fin da subito iniziare a praticare con il guinzaglio, questo training è un po’ più lungo e richiede anche da parte vostra po’ di occhio e costanza. Meglio usare collari e guinzagli in tessuto morbidi e leggeri, non troppo coercitivi e che non possano in questo modo danneggiare in alcun modo il vostro cane. Bene per i primi tempi iniziare con un guinzaglio ben lungo tipo di 2 o 3 metri in modo che questo non tenga sempre il cucciolo in tensione, i tre metri sono ottimi per fare in modo che il cucciolo possa allontanarsi e controllare ed esplorare l’ambiente che lo circonda.
Un consiglio?…la prima prova facciamola in casa…
il cucciolo spesso tende a mordicchiare il guinzaglio e se pure questo sia un comportamento simpatico da vedere (sembra sia lui a portare in giro voi) cerchiamo di evitare di farlo, per fare questo ogni volta che lui prova a morderlo distraiamolo con qualche gioco interessante, e spesso premiamolo e facciamogli complimenti quando tiene un comportamento giusto….è importantissimo che in questa fase il cucciolo associ positivamente l’andare a guinzaglio, invitiamolo a seguirci e spostiamoci in casa o in giardino con il guinzaglio.
Ricordiamo che se il cucciolo non ha completato il ciclo vaccinale è rischioso frequentare aree per cani, in questi casi se vogliamo portarlo fuori è meglio andare in una zona di campagna e fare una passeggiata in qualche stradina, i giardini pubblici o le aree cane sono da frequentarsi solo al momento che le vaccinazioni di rito sono terminate…
una volta che tutto è però “in rigola” arriva l’ora di uscire… i primi tempi il cucciolo incuriosito e non abituato tenderà a spostarzi da tuttte le parti…certo la sua condotta non sarà impeccabile e retta…tenderà più o meno ad andare a zig-zag, con il tempo la condotta senza dubbio migliorerà, l’importante in questa fase è di evitare che il cucciolo “tiri” se prende questo difetto non è facile da togliere quindi è bene lavorarci subito.
Per evitare questo qualora sentiate il guinzaglio teso, fermatevi e attendete che lui smetta di tirare, a quel punto provate a richiamarne l’attenzione e fatevi raggiungere e premiatelo, a quel punto cambiate direzione e camminate in senso opposto…se tutto fila liscio in breve avrete un “soldatino”.
E’ basilare far comprendere al vostro amico che “ritornare” significa stare bene, il cane che viene sollecitato a ritornare verrà se assocerà il ritorno ad una cosa positiva. Le varie tecniche da usare per insegnare il richiamo dovranno essere rigorosamente non coercitive.
Un ottimo sistema per insegnare al vostro cucciolo:
Lasciate andare il cucciolo in un ambiente e, fino a che esplorerà intorno a voi seguitelo con lo sguardo, fino a che non noterete che avrà perso l’interesse di annusare qua e là…. a quel punto
è arrivata l’ora di richiamarne l’attenzione, con tono di voce positivo e richiamando anche l’attenzione battendo le mani per incitarlo chiamatelo con il suo nome e appena arriverà da voi, dategli un boccone appetitoso, elargitegli molti complimenti e a quel punto cambiate posto spostandovi e poco dopo richiamatelo ancora…quando ritornerà premiatelo ancora con un gustoso boccone. Ripetete questo esercizio per alcune volte durante ogni passeggiata, fino che lui non perderà l’interesse di farlo.
Importantissimo non fate mai questo tipo di addestramento alla presenza di altri cani che possano distrarlo, cominciate sempre in posti dove liberi da distrazioni varie, che però lui conosce bene, il bocconcino premio deve essere dato immediatamente appena il cane vi ha raggiunto.
Se il cucciolo “collabora” è giunta l’ora di aumentare la difficoltà…portatelo in ambienti poco conosciuti e frequentati da altri cani.
Non usate mai il comando “vieni” e subito dopo rientrate in macchina, casa, od essere legato al guinzaglio, il “vieni” va associato sempre a qualcosa di positivo. Se “vieni” per lui significa “vieni in casa” o “vieni legato” o “il gioco è finito” presto il vostro lavoro sarà perduto… “vieni” deve voler dire “giochiamo insieme” o “vieni c’è qua un bocconcino appetitoso per te” dopo un po di gioco, se sarà giunta l’ora di ritornare a casa, mettete il guinzaglio al momento in cui il cane vi è vicino e si sta preoccupando di altre cose, cioè quando la sua attenzione non è su di voi (magari mentre annusa l’erba o se ne sta sdraiato nel prato senza prendersi cura di niente) il comando “vieni” una volta imparato non va ripetuto di continuo, non ripetetelo decine di volte quando uscite con il vostro cane o a lungo perderà la sua efficacia.
Questo non vuol dire però che il richiamo non possa essere utilizzato durante i momenti di
gioco, anzi questo potrebbe essere un esercizio utilizzato al fine di aumentare il controllo sul cane. L’importante è concedergli la possibilità di giocare e divertirsi, ordinandogli “vieni” durante una pausa di gioco per poi concedergli di riprenderla. In questo maniera non rischiate di fargli associare
il comando alla fine dello spasso. Questo però è un livello più avanzato, da mettere in atto solo quando il cane risponde molto bene al richiamo in assenza di distrazioni. Anche se sembrerà inutile, voglio ricordare che il “vieni” si utilizza solo quando serve. È assolutamente inutile e controproducente richiamare il cane molte di volte al giorno per “testarne”
la sua obbedienza. Un tale comportamento avrà solo come risultato di provocarne l’assuefazione,
con la conseguenza di peggiorarne le prestazioni. Bisogna inoltre precisare che, se in una fase
iniziale dell’addestramento la ricompensa (rinforzo positivo) dovrà essere data tutte le volte, a risultato consolidato è necessario continuare a lodare il cane con un bravo! riducendo gradatamente il premio fino a darlo ogni tanto (rinforzo variabile o intermittente), secondo uno schema casuale.
Dato che ogni volta potrebbe essere quella in cui potrebbe ricevere il premio, il cane manterrà viva l’attenzione e la motivazione.
Si possono vedere scene in cui il cane prosegue tranquillamente nella sua attività,
non curandosi affatto delle urla del padrone che lo aspetta per proseguire nei suoi giochi. Chiamandolo ripetutamente indurrà il cane a restare dove si trova. L’animale, infatti,
impara brevemente che finché sente la voce del padrone non ha nessun motivo per temere di
perderlo, può tranquillamente continuare a divertirsi fino a che non decide di sua iniziativa che è arrivato il momento di andare. Se invece mentre passeggiate doserete i vostri richiami, cambiando spesso itinerario, il cane sarà costretto a controllare la vostra posizione, mantenendo una distanza più ravvicinata. I cuccioli in particolare, dato che sono fortemente legati al loro padrone, stanno molto attenti a non perderlo di vista. Il cucciolone è attirato da tutto quello che lo circonda e quasi sempre fa orecchie da mercante, se si allontana troppo mettendolo a rischio, non rimproveratelo al suo ritorno, affinché la sua punizione sia compresa bisogna che sia il proprietario a recuperare il cane per rimproverarlo con un NO secco e deciso ponendo fine alla passeggiata.
Il richiamo in sintesi:
con il cucciolo di pochi mesi in casa o in un giardino recintato, chiamatelo con gioia e premiatelo con tante coccole e appetitosi premietti quandi vi corre incontro.
Fate ripetere l’esercizio solo 2 o 3 volte per volta.
Il premio deve essere dato sempre, e per i primi tempi, tutte le volte che il cucciolo obbedisce.
Utilizzare sempre le stesse parole, nome del cane + vieni. “Vieni” e “qui” non sono la
stessa cosa ad esempio.
Utilizzate il guinzaglio aumentando piano piano le distrazioni, non strattonate il cane
per costringerlo ad obbedire.
Non utilizzate il richiamo se ciò vuol dire interrompere il gioco, l’associazione al richiamo
deve essere sempre positiva.
Se il cane non risponde ai richiami, non commettete mai l’errore di rimproverarlo al suo arrivo, assocerebbe il comando alla punizione. Se non ritorna dovrà essere il proprietario ad andare a prenderlo rimproverandolo con un NO DECISO.
Non insistete troppo con i richiami, o presto non vi ascolterà più, insegnategli invece a seguirvi con gioia passeggiandogli accanto in silenzio e cambiando spesso percorso.
Scoperto dal fisiologo russo Ivan Pavlov ai primi del Novecento, il “condizionamento” classico si pratica con un riflesso, cioè una connessione fra uno stimolo ed una risposta. Nell’esperimento originale, Pavlov studiava il fenomeno della salivazione provocando l’emissione di saliva da parte di un cane durante la somministrazione del cibo. Si rese però conto, che il cane iniziava la salivazione prima di vedere il cibo, come conseguenza del suono che normalmente precedeva la somministrazione. Il cane quindi, associava i due stimoli, manifestando la salivazione in risposta al suono della preparazione.
Bisogna conoscere questo meccanismo di apprendimento per essere in grado di evitare condizionamenti negativi che indurrebbero a problemi comportamentali. La situazione classica in cui si rischia, senza volerlo di creare un’associazione negativa, si infligge al cane ripetutamente uno stimolo negativo in presenza di una determinata situazione. Come abbiamo notato nel paragrafo dedicato alle prime passeggiate, ad esempio se il cane viene solitamente strattonato affinché non si avvicini ai bambini, nella sua mente assocerà i bambini al dolore fisico L’unico risultato che otterrete sarà lo sviluppo di uno stato ansioso e di possibili atteggiamenti aggressive nei confronti dei bambini in generale.
Skinner, considerato uno dei più importanti esponenti della corrente comportamentista, è stato lo studioso che più si è occupato del condizionamento operante. Tale processo, contrariamente al condizionamento classico, inizia con un comportamento spontaneo che tende ad aumentare di frequenza se produce delle conseguenze ambientali positive (rinforzo) per l’animale che lo esibisce.
Si tratta di un meccanismo fondamentale nell’apprendimento del cane, la cui conoscenza è indispensabile al fine di attuare un qualsiasi programma educativo.
Il rinforzo è un concetto cruciale soprattutto per i suoi risvolti applicativi ed è definibilecome qualsiasi evento che abbia la capacità di aumentare l’emissione di una risposta. Un rinforzo applicato a seguito di un determinato comportamento ne aumenta, quindi, lafrequenza di esibizione. Tutte le volte che ricompensate il cane con un bocconcino, o anche semplicemente con un bravo!, state somministrando un rinforzo positivo; nel gergo comune, un premio.
Esiste anche un rinforzo negativo che, a differenza del precedente, consiste nel sottrarre il cane da una situazione spiacevole tutte le volte che manifesta il comportamento che si intende rinforzare. Il rinforzo negativo non è contemplato nei moderni metodi di educazione gentile, dato che comporta la somministrazione di uno stimolo doloroso del tutto controproducente ai fini educativi. Sono un esempio i collari con le punte interne, e quelli elettrici. Gli animali che devono subire tali barbarie sono costretti ad obbedire per sottrarsi allo stimolo doloroso. Si tratta di metodi, oltre che crudeli, totalmente inefficaci, prima di tutto perché non insegnano al cane ad un giusto comportamento. L’animale smette solo temporaneamente di esibire il comportamento sbagliato fino a che viene sottoposto alla tortura ma, una volta cessato il dolore ricomincerà probabilmente peggio di prima. I metodi educativi o addestrativi non coercitivi, intendono stimolare la cooperazione del cane senza forzature e imposizioni sgradite; si basano, pertanto, esclusivamente sul rinforzo positivo e come vedremo tra poco sulla punizione negativa, rifiutando categoricamente qualsiasi tipo di tecnica o strumento potenzialmente lesivo per l’animale.
Definiamo punizione qualcosa che, contrariamente al rinforzo, riduce la frequenza di emissione di un determinato comportamento e anch’essa può essere positiva o negativa. Generalmente quando si parla di punizione ci si riferisce a quella positiva, che consiste nella somministrazione di uno stimolo spiacevole in concomitanza ad un comportamento sgradito.
Il problema relativo al suo utilizzo sta nella difficoltà di stabilirne la corretta intensità. Ad esempio, uno scappellotto dato ad un cane molto forte e robusto, potrebbe essere interpretato come un invito al gioco piuttosto che un rimprovero. Similmente, un cane piccolo e timoroso, potrebbe spaventarsi semplicemente con un NO! deciso.
La punizione, inoltre, comporta la difficoltà di doverla somministrare nel momento esatto in cui il cane esibisce il comportamento che intendiamo correggere poiché, se la contingenza tra gli eventi non è rispettata, l’intervento non sarà capito e potrebbe determinare associazioni inappropriate da parte del cane. Se, ad esempio, al rientro in casa rimproverate il cucciolo per aver distrutto un oggetto, non sarà in grado di collegare la punizione con l’atto compiuto magari un’ora prima, ma l’assocerà alle feste che vi starà facendo in quel momento.
Risultato: il cane inizierà ad avere paura di voi e al vostro rientro, andrà a nascondersi anziché accogliervi calorosamente.
Affidabile e priva di controindicazioni, è invece la punizione negativa che consiste nel togliere al cane qualcosa di piacevole fino a che non smette di esibire un comportamento sgradito. Esempio: finché tenta di attirare l’attenzione abbaiando, agitandosi e tirando i pantaloni, lo ignorate totalmente. Se seguirete questa indicazione con costanza, ben presto il cucciolo capirà che il comportamento esibito non sortisce alcun effetto, sarà quindi portato ad estinguerlo perché inutile. Come abbiamo visto, la punizione dice al cane quello che non deve fare ma non dà alcun suggerimento sul comportamento giusto da tenere. È per questo che, una volta ottenuta l’interruzione spontanea del comportamento indesiderato, dovrete chiamare il cucciolo e giocarci in modo da somministrare un rinforzo positivo nel momento più idoneo, in altre parole, quando il cane esibisce un comportamento di tranquillità.
L’esempio illustrato mostra chiaramente come sia possibile combinare opportunamente rinforzo positivo e punizione negativa, nella realizzazione di un programma educativo basato su metodi non coercitivi.
I cani apprendono meglio attraverso il rinforzo dei comportamenti positivi, piuttosto che punendo quelli negativi;
Punizioni corporali, strumenti lesivi o fastidiosi per l’animale dovrebbero essere banditi. Unica concessione: impostare il NO! e usarlo in caso di necessità, non a sproposito, e solo se il cane è colto sul fatto;
Evitate di strattonare il cane. L’animale assocerebbe il dolore all’oggetto cui presta attenzione;
L’educazione gentile non consiste nella manipolazione del cane, né usare collari a strangolo;
Usate collari di nylon morbidi e guinzagli di 2/3 metri; fermatevi quando il cane tira, fategli apprendere un comando per avere un contatto visivo, “tipo guardami” dopo richiamatelo verso di voi ma a quel punto cambiate direzione;
Il rinforzo va somministrato subito dopo il comportamento che si intende premiare, altrimenti è inutile;
Nel programma educativo rinforzo positivo e punizione negativa sono gli strumenti più efficaci e sicuri.
Giocare con il proprio cane è rilevante dal punto di vista relazionale. Il padrone attraverso la gestione corretta del gioco, può diventare soggetto carismatico e attraente per il suo cane, rinforzando il loro legame. Sarete infatti più amati e più ascoltati se passerete parte del vostro tempo giocando con il vostro cane. È fondamentale giocare con il cucciolo nella maniera giusta al fine di non far apprendere comportamenti che risulterebbero problematici più avanti.
Il problema che più affligge i nuovi proprietari, è la tendenza a mordicchiare le mani. Anche in questo caso, dovete vedere la situazione dalla parte del cane. I cuccioli, sono attratti da tutt ciò che li circonda ed il loro unico modo di esplorare il mondo è la bocca. Non dovete meravigliarvi, quindi, se il cucciolo azzanna tutto ciò che gli capita sotto tiro. Inoltre, durante la crescita con i fratelli di cucciolata, il piccolo ha imparato ad usare la bocca durante le lotte simulate, quindi è assolutamente normale che cerchi di mordervi come farebbe con uno dei fratelli.
Affinchè il cucciolo impari a non mordere le mani, dovrete canalizzare fin da subito questa tendenza su oggetti appropriati.
Sta ai nuovi proprietari cominciare fin da subito a scoraggiare nel modo giusto questa tendenza. Non commettete l’errore di pensare che scomparirà con la crescita. Tale risultato sarà ottenuto certamente se gestirete la situazione nel modo giusto ma se, al contrario, spronerete il cucciolo a mordervi poiché finché lui è piccolo vi diverte, avrete poi grossi problemi quando, sarà adulto e vorrà giocare nello stesso modo. La prima cosa da fare è rendersi conto di questa necessità fisiologica del cucciolo e munirsi di giochi adatti ad essere morsi tipo ossa, pupazzi e tutto ciò che possa impegnarlo nella masticazione. Non date mai al cucciolo un oggetto le cui parti possano essere rotte e ingerite. Lasciategli a disposizione ogni giorno 2 giochi diversi come, ad esempio, un osso e una pallina, cercando di cambiarli in modo da mantenere sempre vivo l’interesse e non utilizzateli durante l’interazione. Si consiglia di allontanare, per un po’ di tempo, gli oggetti che potrebbero essere rosicchiati e smangiucchiati. Procuratevi, inoltre, altri oggetti come palline, corde intrecciate, animaletti di gomma con suono ecc., che userete durante l’interazione evitando di lasciarli sempre alla portata del cucciolo. I giocattoli vanno proposti solo quando intendete cominciare l’attività, incitando il cucciolo ad attaccare l’oggetto e lodandolo affettuosamente quando si mostra interessato, in questo modo capirà presto che mordere il giocattolo è proprio quello che volete da lui.
Capiterà però, soprattutto i primi tempi, che il cucciolo continui a mostrare interesse per le mani, specialmente se avete l’abitudine di muoverle velocemente, di strisciarle a terra per attirarlo o se gliele agitate proprio davanti al muso. Cessate questa brutta abitudine se non volete incentivarlo a mordervi. Cercate di accarezzarlo sul dorso, non sulla testa, evitando di gesticolare. Se nonostante questi accorgimenti il cucciolo continua a mordervi le mani si può agire in due modi a seconda che sia tranquillo o particolarmente eccitato.
1. se il cucciolo è tranquillo e vi sta solo “assaggiando” provate ad emettere un “ahi!” acuto in seguito ad un morsetto eccessivo; sicuramente lascerà la presa e vi guarderà stupito. A quel punto dategli un oggetto adatto e lodatelo se inizia a morderlo; e
2. se il cucciolo è molto eccitato e cerca di interagire con voi in modo eccessivo ponete fine all’interazione ed ignoratelo. Sedetevi sistemando le gambe sopra la sedia in modo che non si concentri sui vostri piedi e rimanete totalmente impassibili (punizione negativa).
Solo quando si sarà tranquillizzato potrete chiamarlo e giocarci proponendogli un oggetto da mordere (rinforzo positivo).
Il cane riconosce la superiorità gerarchica dell’uomo e il gioco è uno dei momenti in cui il proprietario può sfruttare positivamente per confermare il proprio ruolo autorevole. Gestire i momenti di gioco senza alcuna regola significherebbe inviare al cane dei messaggi contraddittori che potrebbero minare il vostro ruolo di capobranco. Ci sono alcuni accorgimenti da mettere in atto per giocare con il cane nel modo giusto. Prima di tutto, in qualità di capobranco, dovrete essere sempre voi a proporre il gioco. Accettare l’iniziativa del cane vorrebbe dire accettare la sua superiorità gerarchica.
Allo stesso modo, dovrete essere voi ad interrompere l’attività. Applicando questa semplice ma importante regola al gioco e alle altre attività interattive, eviterete di trasmettere al cane dei messaggi confondenti in relazione alla sua posizione gerarchica, favorendo la sua naturale predisposizione a riconoscervi come capogruppo.
Se si verificasse la situazione, purtroppo frequente, in cui al cane si concede ogni libertà in determinati contesti senza pretenderne l’obbedienza in altri, rischierete di provocare una gran confusione nella sua mente che lo porterà a non capire più qual è il suo posto nella famiglia, con tutti i problemi psicologici e comportamentali che questo comporta. È perciò molto importante, nel gioco e nelle altre attività quotidiane, tenere un atteggiamento in coerenza con il proprio ruolo di leader.
La seconda fondamentale regola, per mantenere viva la motivazione e l’aspettativa, consiste nel cessare l’attività quando il cane è ancora eccitato e desideroso di giocare. In questa maniera, il gioco sarà ancora interessante e potrà essere utilizzato a fini educativi dopo la positiva risposta ad un comando o per controllare al meglio il cane in presenza di stimoli ambientali potenzialmente distraenti.
Sono molteplici i giochi attuabili con il cane ma, il classico è il tira e molla e l’insegui e porta, giochi molto noti ma sovente praticati in modo scorretto. Consigliamo giochi di attivazione mentale che, mirano alla risoluzione del problema, e allo sviluppo delle capacità cognitive.
Gioco amatissimo da padroni e cani, praticamente è la disputa di un oggetto, spesso è una pallina con attaccata una corda, con la presa alla sua estremità. Il principio è molto semplice e intuitivo:
il padrone tira da un lato e il cane dall’altro. La regola in questo gioco, è non lasciare mai che il cane vinca. Il tira e molla è una prova di forza fra il cane e il suo proprietario; non è però consigliabile che il cane percepisca di essere più forte e tenace rispetto a chi ha il ruolo di capobranco. La credibilità del leader ne risulterebbe minata. La tecnica per evitare che questa evenienza si verifichi, la possiamo descrivere in pochi passaggi:
prendete voi l’iniziativa con il giocattolo da contendere e muovetelo velocemente per provocare l’attenzione del cane e la voglia di prenderlo; a quel punto lui sarà molto eccitato e quindi consentitegli di prendere il giocattolo e iniziare la disputa. Dopo poco tempo, prendete un bocconcino (o un altro gioco) e dateglielo pronunciando simultaneamente il comando lascia; a quel punto il cane lascerà l’oggetto per prendere il boccone o il nuovo giocattolo, potete ricominciare da capo o terminare il gioco. Noterete presto che il cane lascerà la palla al momento che percepirà il comando e a quel punto, userete il boccone come rinforzo, prima costante e poi variabile.
Insegui e porta
Si tratta di un gioco molto apprezzato perché fa leva sull’istinto ad inseguire e catturare la preda rappresentata in quel momento dall’oggetto lanciato dal proprietario. Ovviamente ci sono differenze che portano alcuni soggetti ad essere più abili e quindi più portati all’inseguimento e alla cattura della preda. Se, invece, il vostro cane è più pigro e disinteressato ad attività motorie, non forzatelo a fare qualcosa che non gli è congeniale. Individuate invece ciò che lo interessa sul serio ed usate la fantasia per inventare un gioco che lo entusiasmi davvero. Ci sono moltissime possibilità oltre al lancio di palle. Per esempio i percorsi di ricerca, idonei per i cani che amano seguire tracce olfattive. Nel gioco dell’insegui e porta, ciò che deve essere insegnato non è l’inseguimento ma il riporto. È importantissimo evitare errori nella fase educativa per non compromettere il raggiungimento del risultato. Per impostare nel modo giusto il riporto fin dai primi mesi prendete due palline uguali. Fatela vedere una al cucciolo facendola rimbalzare, in modo da suscitarne l’interesse; quando vi sembra abbastanza eccitato, lanciatela a pochi metri di distanza. I cuccioli di poco più che due mesi hanno una capacità visiva limitata, di conseguenza non vedono oltre qualche metro e quindi perderebbero l’interesse all’inseguimento. Crescendo, potrete aumentare gradatamente la lunghezza del lancio in relazione alle capacità del piccolo; il cucciolo prenderà la palla e con molta probabilità verrà a rosicchiarla proprio in braccio a voi. Se ciò accadesse, lodatelo accarezzatelo sul dorso (non sulla testa) e non provate a togliergli il suo gioco. Se commetterete questo errore, la volta successiva il vostro cucciolino potrebbe tenersi a distanza di sicurezza. Se il piccolo ha bisogno di stimoli per farlo avvicinare, chiamatelo allegramente e indietreggiate. Se proprio non funzionasse, provate a correre nella direzione opposta poi chinatevi immediatamente chiamandolo appena accenna a seguirvi. Non protendete le mani in avanti per afferrarlo, penserebbe che volete rubargli la sua preda. Lodatelo con un bravo! già mentre inizia ad avvicinarsi affinché capisca che è proprio quello che voi desiderate, una volta riusciti in questo, il passo successivo è fargli lasciare la palla. Il cucciolo di solito si stanca subito, perciò probabilmente, dopo qualche secondo trascorso a rosicchiare la sua preda, perderà il suo interesse e lo lascerà cadere. In quel preciso istante in cui ciò avviene dite la parola lascia, raccogliete immediatamente la pallina e rilanciatela. In questo modo assocerà subito che lasciare la presa non vuol dire perdere la preda, ma ricominciare a giocare. Se il cucciolo proprio non vuole lasciarla, prendete il secondo giocattolo e proponeteglielo proprio davanti al muso. Se lascia la palla pronunciati immediatamente il comando “lascia” e raccogliete la pallina subito prima di lanciare la seconda; come per tutti gli atri giochi e attività quotidiane, valgono le regole della presa d’iniziativa e di interruzione del gioco prima che il cane si stanchi.
capacità di riconoscere e categorizzare in età adulta, le diverse situazioni che nella vita futura si troverà davanti dipenderanno infatti, in gran parte da una corretta gestione di questo primo periodo.
Ciò non vuol dire che i mesi seguenti al terzo non abbiano la stessa importanza, anzi. Fino alla pubertà il cane si troverà spesso in un periodo delicato della sua vita che andrà gestito senza traumi. Il cucciolone potrà però adattarsi ai cambiamenti e alle nuove situazioni molto più facilmente, se durante i primi mesi di vita sarà stato correttamente stimolato. Come bisogna comportarsi in pratica? Dopo aver fatto ambientare il cucciolo nella nuova casa per qualche giorno, iniziate gradualmente a portarlo a passeggio. Per i primi tempi, portatelo solo in luoghi tranquilli e con pochi stimoli, aumentando e diversificando piano piano gli ambienti e le percezioni. Se il cucciolo è molto timoroso e introverso avrà bisogno di molta attenzione e gradualità, se invece è piuttosto estroverso e sicuro di sé, sarà molto più semplice per lui socializzare con mondo. Nei suoi primi mesi di vita, il cucciolo dovrò venire in contatto con il maggior numero di stimoli, al fine di trasformarsi in un adulto equilibrato. Dovrà perciò interagire con altri cuccioli e adulti di diverse razze e taglie, con le persone più diverse, sarà portato in città, nel traffico, in campagna eccetera.
Bisogna però rendere le esperienze positive e piacevoli, poiché un trauma nei suoi primi mesi di vita, si fisserebbe per sempre nella sua mente minandone il normale sviluppo. Per questo è essenziale fare cautela e sottoporre il cucciolo ad un programma di socializzazione graduale e mirato su di lui. Se, ad esempio, il piccolo teme le auto, sarebbe un grande errore portarlo subito in mezzo al traffico, dato che ciò aumenterebbe la sua ansia. L’ideale sarebbe iniziare con strade poco o per nulla trafficate e farlo interessare ad un giocattolo. Via via che la sua insicurezza diminuisce si propongono situazioni mano mano più impegnative. Un errore che dovete assolutamente evitare è rassicurare il cucciolo spaventato. Se lui comincia a piangere o a ritrarsi in presenza di un nuovo stimolo, non prendetelo assolutamente in braccio, ne dovete accarezzarlo, dato che un comportamento confermerebbe il suo stato di ansia e lo accentuerebbe. Potrete, invece, avvicinarvi a ciò che lo spaventa con naturalezza e tranquillità, al fine di dimostrargli che non c’è niente da preoccuparsi. Non forzatelo mai al contatto con lo stimolo; deve essere lui stesso ad avvicinarsi spontaneamente e lo farà con i suoi tempi. Ricordatevi sempre che lui vede in voi una guida da cui prendere segnali sul comportamento giusto da tenere, perciò, se voi vi mostrerete ansiosi e preoccupati, il cucciolo si spaventerà ancora di più, se invece, vi rilassate ed esibite un comportamento calmo e sereno, la sua sicurezza aumenterà e gli permetterà di superare le prime comprensibili paure.
E’ importante che i rapporti con gli adulti, avvengano con soggetti tranquilli ed equilibrati.
Anche il contatto con altri soggetti della sua specie possono richiedere qualche cautela. Il cucciolo, infatti, potrebbe mostrarsi timoroso e reticente, specie se non ha vissuto abbastanza a lungo con la madre e i fratellini. È essenziale non abbandonarsi alle prime difficoltà ed impegnarsi scegliendo soggetti idonei al contatto con il cucciolo in modo che possa superare le sue paure. Cani adulti tranquilli ed equilibrati sono i soggetti ideali per i primi approcci nel caso abbiate un cucciolo molto timoroso. Avvicinatevi al cane adulto e accarezzatelo, chiamate il cucciolo e lasciategli decidere cosa preferisce fare; rispettate i suoi tempi, senza forzarlo. Vedrete che dopo qualche istante la curiosità prenderà il sopravvento e il piccolo inizierà un timido approccio. Questo risultato è incoraggiante e testimonia quanto il piccolo abbia solo bisogno di frequenti esperienze positive. Sono anche adatti allo scopo i corsi di socializzazione organizzati da educatori cinofili, che vi consigliamo di frequentare se non vi è facile organizzare dei momenti di gioco e di relazione con altri cani. Sarebbe triste e controproducente per il cucciolo non socializzare, Purtroppo molti ignorano queste necessità e non capiscono che amare il proprio amico cane vuol dire anche rispettare le sue esigenze relazionali. Il cane, infatti, proprio come l’uomo necessita di relazioni amicali, di giocare con gli altri cani, di competere con loro, e affinché tutto ciò possa avvenire senza problemi, dovete lavorare molto sulla socializzazione del cucciolo di beagle e in seguito dell’adolescente. Ricordate infine, che i cani andrebbero lasciati interagire in libertà, senza il vincolo del guinzaglio. Ovviamente ci riferiamo a beagle adulti, equilibrati e lasciati liberi in luoghi adatti. Poche persone fanno attenzione al fatto che il guinzaglio è uno strumento di comunicazione, se lasciato lento trasmette tranquillità, se invece è teso manda un segnale di ansia o pericolo. Sovente un incontro tra due beagle legati avviene a guinzaglio teso e questo predispone gli animali ad un contatto poco pacifico. Al contrario, senza il guinzaglio, i cani interagiscono in totale autonomia i propri rapporti di dominanza o sottomissione tramite i segnali posturali, senza quasi mai arrivare ad uno scontro fisico violento. In ogni caso liberate il vostro beagle solo quando siete sicuri che risponde bene al richiamo e solo in aree sicure. Per garantire, invece, la possibilità ai cuccioli di beagle o agli adolescenti di sfogarsi ed interagire senza correre rischi, utilizzate il guinzaglio a ruzzola, quello che si allunga fino a 2 metri, in questo modo potrete recuperare facilmente la corda in caso di necessità.
Nelle prime fasi evolutive del cucciolo abbiamo visto l’importanza e l’instaurarsi di un legame di attaccamento, prima con la madre ed in seguito con il proprietario. Al raggiungimento della pubertà però, questo legame si spezza, o meglio si trasforma per l’intervento della madre che, non accettando più gli approcci dei giovani e la loro abitudine a dormire con lei, sovente li respinge e li costringe a sviluppare l’autonomia necessaria alla sopravvivenza interna al branco, assumendo ruoli
adulti. I cuccioli capiscono subito che prima di avvicinarsi ad un adulto è necessario esibire un rituale di pacificazione se non si vuole rischiare di essere puniti ed iniziano ad allargare i propri orizzonti imparando a interagire con tutti i membri del branco. In pratica, i cuccioli crescono e subiscono il distacco da parte della madre affinché inizino a sviluppare un comportamento adulto.
Il distacco deve avvenire anche fra l’uomo e il cucciolo. Se ciò non accade, eventualità questa tutt’altro che infrequente, il rischio che il cucciolo sviluppi un legame di dipendenza morbosa con il proprietario è alto. Il cane può essere morbosamente attaccato al suo proprietario da non riuscire a tollerare la solitudine, né ad allontanarsi dalla figura di attaccamento primario; sintomi inequivocabili della sindrome d’ansia da separazione.
Per non incorrere in questa possibilità bisogna iniziare progressivamente a richiedere una maggiore indipendenza da parte del cucciolo man mano che cresce, allontanando la cuccia dalla vostra camera da letto, pretendendo che il piccolo beagle resti sempre più da solo, spronandolo a esplorare l’ambiente e a giocare con altri cani; in pratica aiutandolo a crescere e sviluppare una certa autonomia. Per quanto riguarda la posizione gerarchica assunta dall’animale, il cane è naturalmente portato ad accettare la superiorità gerarchica dell’uomo, perciò l’invio di segnali chiari riguardo la sua posizione sociale all’interno della famiglia basterà a scongiurare un’ eventuale scalata al potere. Quando ciò accade vuol dire che l’uomo non è stato all’altezza del compito ed il cane si è sentito obbligato ad intervenire. Una tale circostanza è sempre da evitare poiché genera profondo stress nell’animale che, inevitabilmente, fallisce nel controllo e nella protezione di un branco misto in una società costruita a misura d’uomo. Vediamo perciò alcune indicazioni per aiutarvi ad assumere la leadership:
concedete attenzioni al cane e parlategli esclusivamente quando lo decidete voi, ignorando le sue iniziative;
chiedete al cane di obbedire ad un comando prima di concedergli qualcosa. Es. Vuoi uscire? Seduto. Vuoi un biscotto? Terra;
abituatelo a farsi manipolare e toccare in tutto il corpo, iniziando dai punti più facili e premiatelo quando si lascia toccare anche su punti più delicati come zampe, orecchie e muso;
tirate fuori i suoi giocattoli solo quando voi decidete di giocare, riponendoli alla fine del gioco. Lasciate al cane solo un gioco che non dovrete toccare;
siete voi che decidete, non il cane. Ricordatevi la regola della presa d’iniziativa, descritta per il gioco. Deve essere applicata in ogni ambito della vita;
usate i comandi chiedendo al cane di eseguirli in situazioni quotidiane, in modo da aumentarne il controllo;
ridurre i contatti sociali (coccole, cibo, attenzione) e controllare l’accesso alle risorse (cibo, giochi, libertà) aumenta il vostro grado gerarchico.
Un ultimo consiglio…
Ricordate che, in caso di difficoltà dovute a cuccioli di beagle particolarmente impegnativi o alla vostra inesperienza, la cosa migliore da fare è rivolgersi ad un professionista.
L’educatore cinofilo, attraverso qualche lezione di educazione, sarà in grado di indicarvi i primi passi nella realizzazione di un rapporto equilibrato e gratificante con il vostro nuovo amico. E’ abbastanza comune che, nonostante le migliori intenzioni, i proprietari continuino a commettere inconsapevolmente degli errori che pregiudicano la corretta riuscita di un programma educativo.
Non esitate, in caso di patologie comportamentali, a contattare un veterinario comportamentalista poiché, la celerità nell’intervento, è un fattore spesso determinante per la risoluzione del problema.